Andrea Bagioli con la maglia di leader al Tour de l'Ain (
Con la Vuelta a Espana si è conclusa la stagione del ciclismo su strada. Un 2020 difficilissimo per tutti causa Covid che ha però messo in mostra un giovane italiano destinato in futuro a regalarci grandi gioie soprattutto nelle tappe di montagna. È bello sapere che in questa ormai più che promessa batte il sangue valtellinese, o meglio malenco. Il 2020 è stato un anno importante per Andrea Bagioli. Il corridore di Lanzada ha debuttato tra i professionisti e nonostante la sua giovane età, 21 anni compiuti a marzo, si è messo più volte in luce conquistando anche due successi di tappa e alcuni buoni piazzamenti. Correndo per un team importante, la Deceuninck-Quick Step ha dovuto spesso lavorare per i compagni più importanti ma questo non gli ha impedito di mettersi in luce. Il 7 agosto ha conquistato il suo primo successo tra i Pro vincendo la tappa d'apertura del Tour de l'Ain, gara vinta da Roglic, per poi ripetersi nella Settimana Internazionale di Coppi e Bartali vincendo in solitaria la seconda frazione, da Riccione a Sogliano al Rubicone, indossando ancbe la maglia di leader della classifica generale poi persa per un solo secondo. Tra i piazzamenti spicca il terzo posto ottenuto alla Vuelta il 30 ottobre sull'arrivo di Suances. Infine, va messa nel cassetto dei ricordi del 2020 anche la prima convocazione per un Mondiale, quello di Imola che ha visto Bagioli chiudere al 57° posto.