Chi si ferma una settimana e chi a tempo indeterminato, chi decide e chi sceglie di non decidere. Quanto sta accandendo nel mondo dello sport in Italia è schizzofrenico ma in un contesto con tante schegge impazzite fa rumore il silenzio assordante del CONI. Il massimo organo sportivo nazionale non prende posizione, non scende in campo per dare una linea precisa a tutte le Federazioni. Si limita a registrare quanto viene comunicato dal Governo. E così si arriva a situazioni paradossali come quella di lunedì nel mondo del calcio quando mentre la Lega Pro annunciava la sospensione del campionato in serie D le società erano state avvisate che si sarebbe giocato a porte chiuse e nel CR Lombardia si mediatava di rinviare la giornata. Ogni Federazione ha una propria autonomia, ma dal CONI sarebbe lecito attendersi una presa di posizione netta per fugare dubbi, incertezze e la confusione che invece regna al momento. L'unica nora ufficiale è quella resa ieri con l'invito a riaprire le strutture per gli atleti agonisiti. Ricordiamo che: "Il Comitato olimpico nazionale italiano (acronimo CONI) è un'istituzione, nata nel giugno 1914 come parte del Comitato Olimpico Internazionale, con lo scopo di curare l'organizzazione e il potenziamento dello sport italiano attraverso le federazioni nazionali sportive e in particolare la preparazione degli atleti al fine di consentirne la partecipazione ai giochi olimpici; altro importante obiettivo del CONI è la promozione dello sport nazionale".