L'intervista: Cesare Ambrosini, capitano di un Sondrio mai domo

Calcio

Il “muro” del Sondrio traccia il bilancio della prima parte di stagione di una squadra che, con 29 punti, ha terminato il girone di andata in settima posizione a meno 2 dai playoff e soprattutto a più 10 sulla zona playout. Lui è Cesare Ambrosini, professione difensore centrale, capitano e leader del Sondrio. Lo vedi in campo sempre lì a spronare i ragazzi, a guidarli con vigoria nei movimenti difensivi e, ovviamente, a mettere la museruola agli attaccanti avversari. Con Filippo Boni forma un’ottima coppia centrale e il Sondrio, con 20 gol subiti, è la settima miglior difesa del girone B di serie D. Ed ora è arrivato anche Mara col quale l’anno scorso ha dimostrato di trovarsi altrettanto bene. Capitano è Natale ma soprattutto, sportivamente parlando, è terminato il girone di andata col Sondrio nella parte alta della classifica, vicino ai playoff. <<Sicuramente il bilancio è molto positivo e un plauso lo vorrei fare a tutti, ma in particolar modo a tutti i ragazzi, a quelli più giovani, poco abituati a giocare coi “grandi” in una prima squadra. Siamo in settima posizione ma quel che più conta è che con 29 punti siamo piuttosto tranquilli per il futuro anche se è vietato abbassare la guardia. Essendoci 20 squadre si pensava che la quota della salvezza diretta potesse essere intorno ai 45 punti ma vedo che le prime squadre invischiate nella lotta per evitare i playout non sono nemmeno arrivate a 20. E quindi la quota potrebbe essere ancora più bassa, diciamo che con una quindicina di punti nel ritorno centreremmo il nostro obiettivo>>. Qual è stato il segreto del Sondrio in questa prima parte di campionato? <<Lavorare duro negli allenamenti e partire forte mettendo subito punti in cascina. Questo ti consente di allenarti con più tranquillità e di giocare la domenica con un altro spirito>>. Come ti trovi a Sondrio? <<Benissimo, sotto tutti i punti di vista. È una realtà piccola rispetto ad altre, con obiettivi meno roboanti, ma la società è molto concreta e non fa mai il passo più lungo della gamba, questo mi piace tantissimo. Nettamente meglio così rispetto ad altre che fanno proclami e poi si ritrovano a metà classifica o ancora più in fondo! A Sondrio c’è poi la possibilità di lavorare tranquilli, con calma, senza nessuno che ti assilla>>. Dove può migliorare la squadra? <<Noi possiamo fare pochi ragionamenti, dobbiamo continuare a lavorare bene negli allenamenti. Direi che possiamo e dobbiamo migliorare nell’attenzione in ogni frangente della partita e avere una maggiore crescita mentale>>. Agganciandomi a questo discorso, ti dico che una delle poche volte che abbiamo visto un Sondrio un po’ sottotono è stato contro la capolista Pro Sesto. <<Certo, sono d’accordo. Per misurarci contro le formazioni che hanno qualcosa in più dal punto di vista tecnico dobbiamo metterci grinta, attenzione e determinazione. E con la Pro queste sono un po’ mancate e abbiamo subito il loro gioco. Quando riusciamo invece a metterle in campo ce la giochiamo con tutti>>. Ambrosini, hai giocato un anno in B e tanti anni in C1 col Como e poi a Modena in C, prima di approdare in D a Rezzato e poi a Sondrio. C’è la voglia di risalire? <<Beh, se dicessi di no sarei bugiardo. Quale calciatore non ambirebbe a giocare tra i professionisti, ma non è un assillo è un’ambizione, un desiderio. A Sondrio sto bene, ho un bel rapporto con tutti e col presidente c’è una sorta di “patto”: vado via solo per una proposta di una squadra di categoria superiore, allettante e che mi coinvolga. Ma ora penso solo al Sondrio>>. E’ un po’ la situazione di De Respinis… <<Non so quale sia l’accordo tra Alessandro e la società ma voglio veramente fargli i complimenti per come ha gestito questo periodo in cui le voci di una suo passaggio ad un’altra squadra (il Mantova ndr) erano assillanti. Si è comportato da vero professionista>>.